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Forza Italia - 22 novembre 2012

 
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Sanità, in molti ospedali toscani sale operatorie “chiuse” per un mese per non sforare i bilanci MUGNAI: «LA PAROLA “COMMISSARIAMENTO” CIRCOLA NELL’ARIA»

 
«Dai territori giungono con maggior forza e insistenza segnalazioni circa i rinvii ad anno nuovo degli interventi chirurgici programmati per dicembre. C’è grande confusione sotto il cielo della sanità toscana se, come è vero, nessuno si assume la responsabilità per decisioni che andranno ad aggravare situazioni già critiche, e nell’aria comincia per la prima volta a circolare la parola ‘commissariamento’».
 
Così il vicepresidente della commissione regionale Sanità Stefano Mugnai commenta le notizie di stampa e le segnalazioni dal territorio circa la “chiusura” delle sale operatorie per il mese di dicembre (eccezion fatta per la chirurgia d’urgenza). Decisioni la cui paternità è da attribuire, visto il rimpallo di responsabilità tra le Asl – che giustificano la scelta con necessità di far fronte alla riduzione dei buget – e l’assessore alla Sanità Marroni che ha rilasciato alle agenzie le seguenti parole: ‘da parte dell’assessorato non c’è nessuna indicazione. Se l’indicazione arriva a livello aziendale non lo so’.
 
«Prendo atto delle parole dell’assessore – prosegue Mugnai – ma mi pare difficile immaginare che simili scelte possano essere assunte dai vertici delle singole Asl senza l’avallo della Giunta, vista la conseguenza che naturalmente porta con sé: l’allungamento delle liste d’attesa, anche in ragione del taglio delle convenzioni con le strutture private . Delle due l’una: o la decisione di far slittare la chirurgia programmata è avallata dall’assessorato regionale, senza peraltro una programmazione d’insieme stante il fatto che la Toscana da anni è priva di un Piano sanitario regionale, oppure – incalza il vicepresidente della commissione – siamo di fronte ad iniziative assunte in totale autonomia dai vertici delle aziende sanitarie. In tal caso l’assessore ‘scavalcato’ dovrebbe intervenire con fermezza e azzerare i rinvii degli interventi. E nel frattempo i medici iniziano, anche pubblicamente, a mettere in relazione tutti questi tagli indiscriminati con il timore del rischio di commissariamento», conclude Mugnai.

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