Per migliorare l’esperienza di navigazione delle pagine e la fruizione dei servizi online, questo sito utilizza cookie tecnici e analitici.
Questo sito permette inoltre l’utilizzo di cookie di terze parti per funzionalità quali la condivisione e la visualizzazione sui social media.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su collegamenti nella pagina acconsenti all’uso di questi cookie.
Per informazioni sui cookie e su come eventualmente disabilitarli, leggi la Cookie policy del sito del Garante dei diritti dei detenuti.
Home » Comunicati » ComunicatoIndietro  

Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA  n. 1524


Diritti e reati:‘Il muro dell’imputabilità. Dopo la chiusura degli Opg’, riflessione a palazzo del Pegaso

Presentato il volume che parla della proposta di legge per il superamento del doppio binario e affronta il difficile nodo dell’imputabilità dell’autore di reato.Franco Corleone: “Se si è scelto un nesso tra misura di sicurezza e reato, è coerente scegliere la via del giudizio, non per arrivare ad una pena dura ed esemplare, ma per affermare una responsabilità, anche se affievolita, che ha sicuramente un valore terapeutico”

 

di Ufficio Stampa, 16 dicembre 2019

 

“Una condanna giusta e umana dà maggiore dignità al soggetto, che oggi è invece ridotto a oggetto dall’incapacitazione totale. Prosciolto e internato sono categorie che producono uno stigma, che non favorisce le prospettive di progressiva autonomia e reinserimento sociale. Incidere sull’articolo 88 del Codice penale è in linea con il testo, ed il contesto, della legge 81/2014, che in un punto fondamentale lega la durata della misura di sicurezza alla pena massima prevista per il reato commesso. Se si è scelto un nesso tra misura di sicurezza e reato, è coerente scegliere la via del giudizio, non per arrivare ad una pena dura ed esemplare, ma per affermare una responsabilità, anche se affievolita, che ha sicuramente un valore terapeutico”.
 
Franco Corleone, Garante regione dei diritti dei detenuti, al termine del suo incarico, ha sintetizzato con queste parole il senso della proposta contenuta nel libro ‘Il muro dell’imputabilità. Dopo la chiusura dell’Opg, una scelta radicale’, che ha presentato questa mattina, lunedì 16 dicembre, nella sala Amintore Fanfani a palazzo del Pegaso. Al centro il superamento del ‘doppio binario’ nella responsabilità penale per gli autori di reato, abolendo la non punibilità nel caso dei malati di mente.  
 
“Ogni riforma che riguarda le persone con disturbi mentali mette in gioco il patto sociale e riguarda tutti noi -ha ricordato Pietro Pellegrini, curatore del report del Coordinamento delle Rems e di StopOpg - .Quale funzione ha la pena in generale? Il sistema che stiamo tenendo in piedi risponde al mandato costituzionale, ha un’efficacia? E’ giusto spendere denaro pubblico per avere queste risposte in termini di sicurezza e di recidive di reato?”. A suo parere “la proposta avanzata può aiutare il sistema a trovare un nuovo equilibrio”.
 
Mantenere queste norme del codice penale significa mantenere una certa concezione della malattia mentale, che genera un sistema fondato, da un lato, sulla incapacità di intendere e di volere, dall’altro sulla pericolosità per sé e gli altri- ha sottolineato  Grazia Zuffa, presidente della Società della ragione e componente del Comitato nazionale di Bioetica -.  Il riconoscimento dei diritti fondamentali alle persone con disabilità psicosociali ha anche una grossa importanza terapeutica. Vuol dire puntare sulle loro capacità, non sottolineare il loro deficit. E’ un’applicazione del nuovo paradigma della salute mentale”.
 
“L’idea che sia commutata una pena ad un soggetto, seppure in forma particolare, che è privo di un elemento per commettere un reato è un aspetto che merita una discussione approfondita, perché investe le fondamenta del nostro sistema penale – ha rilevato l’avvocato Emilia Rossi, componente dell’ufficio del Garante nazionale delle persone private della libertà – La proposta ha una portata molto più ampia della sua finalità specifica. Anche tutto l’impianto delle misure di sicurezza, che si aggiungono a pene già scontate, pone interrogativi altrettanto profondi”.
 
Nel corso della presentazione, sono intervenute anche le altre autrici del volume: Giulia Melani, che ha curato tutta la parte relativa alla proposta di legge;  Evelin Tavormina, che ha illustrato il quadro nazionale delle Rems; Katia Poneti, che ha analizzato i protocolli operativi sulle misure di sicurezza.



Seleziona comunicati

Cerca

Anno

Argomento

 

Condividi