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Massa, Fosdinovo. Chiesa dei Bianchi, arredi lignei e mobili da sagrestia

 

Un primo oratorio dedicato all'Annunziata, contiguo alla chiesa parrocchiale di S. Remigio, fu eretto a Fosdinovo dalla Confraternita dei Battuti Bianchi istituita nel 1468. Il primitivo edificio fu distrutto da un incendio, l'oratorio attuale fu riedificato a partire dal 1648 e la costruzione fu ultimata nel 1666 con la realizzazione dell'elegante facciata, interamente rivestita in marmo, grazie alla munificenza del Marchese Pasquale Malaspina del ramo dello Spino Fiorito, il cui stemma adorna la facciata unitamente ad un'iscrizione dedicatoria. Nei decenni successivi e per tutto il secolo seguente sono documentate acquisizioni e sistemazioni degli arredi, spesso direttamente commissionati dai Marchesi Malaspina, concluse all'inizio dell'Ottocento con la posa in opera del pregevole organo Serassi. La chiesa, chiusa al culto da diversi anni, è stata di recente oggetto di un complessivo intervento di restauro architettonico: il recupero del pregevole complesso di arredi lignei che conserva ne consentirà la riapertura e l'immissione nel circuito di visita del suggestivo borgo medioevale, uno dei più conservati della Lunigiana, arroccato attorno al castello Malaspina, meta frequentatissima di un turismo sempre più qualificato e interessante. Il restauro degli arredi lignei è urgente a causa di un attacco di termiti che rischia di compromettere i manufatti. L'infestazione della sagrestia arredata con i due pregevoli mobili settecenteschi si è già propagata alla chiesa, interessando la cassa d'organo e la cantoria che presenta un cedimento della pavimentazione per l'indebolimento delle travi di sostegno: si rischia il crollo dell'intera struttura. Il portone sottostante, ugualmente attaccato dalle termiti, è a sua volta in gravi condizioni conservative poiché l'attuale protezione esterna in lamiera provoca escursioni termiche ed elevate percentuali di umidità, cioè l'ambiente ideale per la sopravvivenza ed il proliferare delle termiti che, rifuggendo la luce diretta, attaccano il substrato ligneo divorandolo dall'interno fino a svuotarlo, lasciando apparentemente intatta la superficie.

Costo preventivato del restauro £ 60 milioni.

 


 

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